La Vendemmia, fatica, passione e tanto altro!

La Vendemmia, fatica, passione e tanto altro!

Da quando ho iniziato a fotografare la Cantina Nuovi Poderi, ho avuto il piacere di entrare in un mondo che in parte credevo di conoscere già.

In realtà, avevo capito solo una piccola parte dell’enorme lavoro che c’è dietro a una cantina.

Sono tante le cose da raccontare sui Nuovi Poderi, ma in questo articolo vi voglio parlare della Vendemmia.

Tutti noi conosciamo questa parola e pensiamo di sapere cosa significhi: la raccolta dell’uva per la produzione del vino.

Ma in realtà è molto di più.

È fatica, sacrificio, è spezzarsi la schiena, è controllo di precisione, è sinergia di lavoro.

Ai nostri tempi siamo portati a pensare che tutto avvenga in modo meccanizzato e forse per alcune realtà è così, ma non per i Nuovi Poderi.

La raccolta dell’uva è fatta come una volta, a mano. Ore e giorni sotto il sole, chinati tra i filari per tagliare tutti i grappoli che devono essere adagiati nelle cassette disposte precedentemente lungo il filare.

Siamo in Sardegna, i mesi sono quelli di agosto/settembre, le temperature decisamente estive, in modo particolare quest’anno.

Provate a immedesimarvi in questa situazione, dalla mattina presto chini sotto un sole che, già dalle prime luci dell’alba, picchia forte, per ore. Ora, ripetete questa operazione per tutti i giorni a seguire fino all’ultimo grappolo.

Non avete idea della fatica che queste persone fanno. Della passione e dell’amore che c’è in questa fase

Ora che le cassette sono piene vanno raccolte.

Quindi, dopo ore passate a tagliare, si passa a un’altra fase di fatica: sollevare e caricare le cassette sul mezzo che le porterà davanti alla coclea.

Quest’operazione viene fatta all’interno di ogni filare, cassetta dopo cassetta, fino all’ultimo centimetro di vigna.

Il grosso è fatto, direte… neanche lontanamente!

Ora le cassette devono essere svuotate una per una dentro la coclea.

Qui inizia la vera fase di nascita del vino.

La coclea pressa i grappoli e li manda nella diraspapigiatrice, che separa gli acini dai raspi, mandati nei serbatoi dove avviene la prima fase: la fermentazione alcolica degli zuccheri che trasformeranno il mosto in vino.

Parliamo di un lungo processo che prevede continui “assaggi” e controlli per verificare questo stato.

All’interno dei serbatoi si deposita nel fondo il residuo di bucce, che viene estratto “manualmente” per essere spremuto.

Certo, una volta arrivati a questa fase, possiamo dire che la vendemmia è terminata.

Ma è solo l’inizio del lavoro che si farà in cantina per portare il vino in bottiglia.

Ma questa è un’altra storia.

Chiudo quest’articolo con un invito: non dimentichiamo mai il duro operato delle persone che tutti i giorni lavorano nei campi per portare sulle nostre tavole i prodotti che ci piace gustare.

Non poteva mancare il punto di vista dell’azienda.

Queste le parole che Luigi Giuntelli ha scritto per raccontarvi la Vendemmia!

“La vendemmia. Forse per qualcuno è semplicemente quel periodo dell’anno, alla fine dell’estate, in cui si raccolgono le uve e si lavorano per trasformarle in vino.

Talvolta però si incontrano persone per le quali la vendemmia ha suoni, sapori, significati differenti. Le riconosci subito queste persone, perché in loro si accende subito una luce negli occhi: chi per vecchie esperienze con i nonni, chi per lavori da ragazzo per racimolare qualche soldino, ha sudato e sofferto e condiviso intere giornate tra i filari dalle prime luci dell’alba.

Nella mente di chi ha respirato la vendemmia si è costruita intorno a questo periodo un’idea idilliaca e magica.

Probabilmente la vendemmia è tutto questo! Esperienza, passione e amore per il lavoro e per un frutto dalle mille versatilità.

La raccolta dell’uva è la programmazione del nuovo anno sotto tutti gli aspetti aziendali di una società vinicola. La magia della vendemmia risiede nella sua capacità di chiudere un anno di campagna, terra, fango, sole, pioggia, nuvole, verde, piante e uva, di raccolta e trasformazione (che per noi in Sardegna coincide con il periodo di fine estate tra agosto e settembre), e aprire direttamente l’annata successiva con i nuovi obiettivi in campo sulla produzione e sulla gestione dell’azienda, per poi tornare a capofitto in campagna, terra, fango, sole, pioggia, nuvole, verde, piante e uva e raccolta e trasformazione…

È la chiusura di un ciclo, ma anche la nascita di un altro.

Non vi starò qui a raccontare del rumore delle forbici per tagliere la base del raspo, del rumore del grappolo d’uva che si adagia dentro la cassetta, dello strisciare delle cassette sul terreno, dei profondi respiri per sollevare e abbassare le cassette da terra al carrello e dal carrello dentro il primo macchinario che da via alla trasformazione.

Perché in realtà la vendemmia è l’unione di un gruppo di persone che condividono un’esperienza, la fatica, le risate, il sole, le loro opinioni, qualche litigio, canzoni più o meno recenti ma soprattutto il loro tempo per qualche settimana.

 Il legame che si crea durante la vendemmia resta anche a distanza di uno o più anni e il compito di continuare a ricordare tutto questo è nostro, del nostro enologo, del nostro vino…

Il vino di Nuovi Poderi”.

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